Cos’è vero e cos’è falso, perché lo consideriamo vero o perché affermiamo sia falso,
in una società che ha fatto del vero il falso e viceversa che significato ha distinguere tra le due essenze?
La fotografia è indice o è icona? La fotografia è soggettiva perché rappresenta la selezione di un nostro oggettivo spazio di “verità” o la fotografia è oggettiva perché in quel rettangolo poteva starci solo quel singolo spazio di soggettiva verità. Le parole sono giochi e la fotografia può esserlo pure, altresì le parole possono ferire o uccidere e la fotografia sa far scomparire o palesare con la stessa facilità.
La maschera è uno dei travestimenti più antichi e immutati, usato dagli egizi per tramandare il proprio io, in africa per i colloqui con l’aldilà, in Grecia per dar vita alla tragedia.
Questo lavoro vuole farci riflettere sulla fugacità di queste considerazioni.
È più reale la maschera umanizzata da veri occhi o è più finto il vero volto pietrificato dall’argilla, eppure la maschera pulsa di vita, quanto le crepe dell’argilla sembrano pietrificare il volto vero.
Quanto la nostra conoscenza è in grado di confermare la giusta realtà delle cose. Quanto la logica influisce sull’apparenza delle cose.

Articoli e recensioni

 

Le immagini di Fabio Rinaldi, con le sue maschere umanizzate che si specchiano, in dialettica tensione con dei volti pietrificati, aprono un’indagine sull’essere e l’apparire. Dice infatti l’autore: “Cos’è vero e cos’è falso… in una società che ha fatto del vero il falso e viceversa, che significato ha distinguere tra le due essenze?” … di Lorella Klun

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“L’altra faccia del vero” nelle fotografie di Rinaldi di Marianna Accerboni
04 febbraio 2011 — IL PICCOLO pagina 21 sezione: Trieste

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Fabio Rinaldi propone il tema dell’io/non io, attraverso una riflessione che parte dalle modifiche o modificazioni che egli riesce a sviluppare su un ritratto che trasforma, man mano, in maschera: l’artista parte dunque da alcuni tratti ben riconoscibili di un volto per condurci verso l’universalizzazione di un processo di straniazione. … di Tatiana Rojc

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